CERCASI AGNESE DISPERATAMENTE

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PARTE 2

AGNESE ESCE DAL CANILE DI POLLA

Arriva così il giorno che Valentina va a prelevare Agnese e la porta a casa sua. La tiene qualche giorno tranquilla in casa, la lava e la coccola. La prepara per la staffetta  e quando è tutto pronto la mette nel trasportino adatto ai viaggi; la saluta augurandole buon viaggio e buona vita.

Qui è tutto buio, ho paura, c’è un rumore assordante. Ci sono altri cani e anche gatti. Sono ore e ore che sono chiusa in questa gabbia. Ma perché quella ragazza così carina non mi ha fatto stare con lei? Mi piacevano le sue coccole, mi è piaciuto il bagnetto. Un po’ meno quel mostro che sparava aria calda, ma la pappa era buona. Avevo anche le copertine calde per dormire. Le coccole. E’ tutto buio, qui. Non so cosa succede, ho paura…

Finalmente Agnese arriva in Liguria e viene portata ad Arenzano, al canile, visitata e coccolata. Le volontarie lo sanno che questi viaggi sono faticosi e stressanti per i cani, ma sono necessari per poter offrire loro un’adozione dignitosa.

Agnese ha un box tutto suo, con cuccia al coperto, coperte pulite e pappa buona e le ragazze vanno tutti i giorni per portarla fuori e accertarsi che stia bene. Agnese dimostra buon carattere, in effetti, ed è socievole, ottimo presupposto per un’adozione. C’è però un piccolo ostacolo: l’età presunta giù in canile, 3 anni, è sbagliata; Agnese è molto più anziana, ne ha circa 8, per cui la ricerca della famiglia interessata potrebbe essere un po’ più lunga; i volontari,però, non si perdono d’animo, sono sicuri che arriverà anche per lei il grande giorno!

Non è male qui. Mi piace. Se scodinzolo mi grattano le orecchie. Se salto e metto le zampe addosso a qualcuno non mi urlano, ma mi parlano con voce dolce. La pappa arriva tutti i giorni e ho anche una bella pallina. Però quello vestito di verde che mi ha tirato su la coda e infilato i bastoncini in gola e nelle orecchie è brutto. Non mi piacciono quelli che hanno quell’odore. Non mi piacciono gli uomini. Mi ricorda quella volta che… non ci pensare. Ora sono qui… e non si sta male qui.

Barbara ha scritto  così un accorato appello da condividere sulla pagina Facebook dell’associazione per far conoscere Agnese e cercare così una mamma per lei.

Nelle successive settimane un paio di persone chiedono di Agnese ma come sospettavano il fattore età è un deterrente. Agnese resta nel suo box, tranquilla ma un po’ triste. Una certa esuberanza mostrata all’inizio si è trasformata in una quieta rassegnazione.

Così quando una cara amica di Alfonsa, Michela , le chiede un cagnolino tranquillo e anche non più giovanissimo per sua mamma che abita in Francia,alla quale è morto il suo cane, tutte ritengono sia arrivata la fantastica occasione per Agnese.

La signora abita in una grande casa rurale a Carces, nel Var, entroterra della Costa azzurra, e ha tantissimo spazio intorno all’abitazione. La casa è in mezzo al verde, in una zona molto tranquilla. Agnese può andare a stare molto, molto bene. Finalmente amata e coccolata da una mamma. Una mamma tutta sua.

Prima di dare un cane in adozione, passaggio di solito obbligatorio, c’è la visita preaffido. Alcuni volontari si preoccupano di verificare fisicamente che le condizioni in cui il cane sarà tenuto siano adeguate. Non dimentichiamo che sono cani che hanno sofferto molto e hanno bisogno di una famiglia che li ami, non di finire alla catena o piazzati in cucce esterne in giardini senza possibilità di stare in famiglia.

In questo caso discutono molto del fatto che in tale occasione è impossibile fare questo tipo di controllo, sia prima che dopo, come sono solite fare per verificare che il cane si trovi bene nella sua nuova famiglia; ma Alfonsa conosce questa amica da anni, è veterinaria, anche se non praticante, molto disponibile a dare qualsiasi tipo di informazione, invia foto della casa, i messaggi sono rassicuranti e scrive che la aspettano con ansia. Hanno avuto diversi cani e non sono quindi a digiuno di comportamento canino. La fiducia verso questa famiglia conosciuta e stimata è massima.

Così predispongono i documenti per l’espatrio.

C’è una strana eccitazione quando parlano con me. Qualcosa deve accadere. Parlano, parlano ma io non capisco. Non so se mi piace tutta questa agitazione.  Mi hanno messo un collare rosso. Loro sono felici. Io non so. Ora che mi stavo abituando e che avevo imparato a conoscere tutti i rumori e gli odori. Sono spaventata e confusa.

Finalmente, come accordi, arriva il giorno del suo prelevamento. E’ il 15 di dicembre. La sua prima destinazione sarà Nizza, presso la casa del fratello di Michela, perché per Natale è prevista una riunione di famiglia e sarà quindi Nicola a portare Agnese fino a Carces.

Le volontarie commosse, baciano la cagnolina sul musetto peloso e la rassicurano. Aiutano Nicola a sistemarla nel trasportino in macchina e come sempre trattengono una lacrima quando un loro protetto se ne va. Sanno che è giusto così, ma l’emozione è sempre grande.

No, no, no… perché mi mandano via? Perché mi mettono qui? Il rumore è forte. Non ci voglio stare chiusa qui. Quanto ci devo stare? Non  mi piace questo odore. E’ l’odore di quelli che mi picchiano. E’ l’odore di quelli con il bastone, delle pietre. Delle urla. Non voglio stare vicino a questo essere umano. Ho paura. Tanta paura.

segue…

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Da Polla a Carcès