LA FORZA DI ALESSIA

Ho conosciuto Alessia qualche anno fa quando ho avuto necessità di lasciare i miei cani in pensione per andare via alcuni giorni.  Mi avevano  parlato molto bene di lei e dei suoi metodi, perciò l’avevo contattata ed ero andata a vedere dove li avrebbe tenuti e a che condizioni. Ovviamente mi aveva convinto e quindi ero partita tranquilla.

Seguendola su Facebook ho iniziato ad interessarmi e a incuriosirmi alle sue varie attività, oltre che ad apprezzarla come persona. Alessia fa davvero tante cose e le fa con un entusiasmo e una forza fuori dal comune. Ammetto che dopo averla incontrata e aver fatto una bella chiacchierata per avere qualche informazione in più la mia stima nei suoi confronti è cresciuta ancor di più.

Abita, con il marito Rodolfo, in una casa di legno prefabbricata, su un terreno acquistato nel 2009, sulla strada provinciale del Turchino, località Fado, ed è titolare dell’ Azienda Agricola E Servizi Cinofili “La Castagna”.

Qui, in adeguate strutture, ospita i nostri amici quattro zampe quando abbiamo bisogno di assentarci e vogliamo essere sicuri che siano in buone mani. A condividere la vita e gli spazi vitali della casa ci sono anche quattro cani e due gatti. All’esterno invece vivono due cavalli, un asino e tante galline ovaiole.

 

 

 

 

 

 

Ma come nascono questo lavoro e questa passione?

 

All’età di 19 anni Alessia subisce un pericoloso intervento alla spina dorsale, all’altezza della cervicale, per permetterle di riacquistare la motilità del suo lato sinistro, leso da una costa soprannumeraria che comprimeva il nervo.  L’intervento va bene, nonostante la pericolosità, ma tuttora non ha la completa funzionalità della sua mano sinistra, che non si  chiude completamente e non è pertanto prensile;  cosa che, senza saperlo, non direste davvero mai. Lei fa tutto.

Si sposa all’età di 21 anni e il suo sogno è quello di avere figli, ispirata da quella che lei definisce una super mamma. La mamma per eccellenza. Lavora con Rodolfo nella sua attività, un negozio di macelleria ma lei, poco amante della carne, non riesce ad appassionarsi a  quel lavoro e presto si sente troppo condizionata dallo stare chiusa in quattro mura.

 

Nel frattempo, dopo diversi tentativi e cure, il suo desiderio di avere un figlio si infrange contro una diagnosi senza troppe speranze: endometriosi.

Come moltissime donne Alessia ha scoperto solo in età adulta, e in seguito agli accertamenti della sua parziale sterilità, di soffrire di questa malattia, chiamata anche ‘la malattia silente’. Spesso le ragazzine che soffrono molto si sentono dire che è normale avere cicli dolorosi, fino quasi allo svenimento, ecco, non è così. In questo caso la proverbiale saggezza delle nonne non è stata di grande aiuto imponendo alle donne di soffrire in silenzio e impedendo anche alla medicina di individuare  questa malattia che solo in tempi molto recenti è stata riconosciuta come frequente e molto invalidante. Quando vent’anni fa Alessia ha iniziato a sottoporsi alle prime ricerche diagnostiche l’endometriosi non era ancora conosciuta. Ad oggi si stima che il 10 % delle donne soffra di endometriosi e che approssimativamente, dal 30% a 40% di donne con endometriosi sia sterile. E sono solo stime al ribasso.

L’endometriosi è la presenza di tessuto dell’utero, l’endometrio appunto, in altri punti del corpo della donna, solitamente localizzati vicino all’utero. Questo durante il ciclo può causare dolori addominali molto forti ma con il progredire della malattia i dolori aumentano. Ovviamente esistono diversi gradi di gravità e questa dipende dalla quantità di massa presente in altri organi e dalle zone in cui si trova. Spesso sono colpiti più di un tessuto o di un organo; solo in circa un terzo dei casi le localizzazioni sono uniche. Talvolta si rende necessario un intervento per rimuovere il tessuto estraneo dalle ovaie, dalle pelvi, dal retto, dall’intestino. Di solito è una malattia degenerativa, non se ne va da sola e tende a peggiorare. Per informazioni complete accedete QUI.

Per lei è stato un grande colpo. Infatti inizialmente anche le cure per la fecondazione peggioravano il suo stato di salute e ha così dovuto fare una scelta. Conscia della grande sofferenza a cui sarebbe dovuta andare incontro e anche dell’incertezza del risultato ha preferito rinunciare a cercare un figlio ed è così entrata nella sua vita Earwen, il suo primo cane, una femmina di lupo cecoslovacco.

Earwen è stato un regalo di sua mamma e il motore che ha azionato tutte le successive scelte di questa donna coraggiosa.

Lei è coraggiosa perché combatte tutti i giorni con i dolori della sua malattia. Ci sono giorni, mi ha confessato, che soffre di forti emorragie, aspetta di riprendersi e poi si alza e continua a dedicarsi alle sue attività. Ma sono proprio queste che le permettono di avere un progetto, di avere la forza, anche dopo essere stata male di alzarsi dal letto e darsi da fare.

Lei è coraggiosa perché vuole che se ne parli. Perché condividere il suo stato di salute non lo considera una vergogna e proprio sulla sua pagina Facebook ho potuto vedere il video della bella, e anche lei coraggiosa, Nadia Toffa che dice al mondo “Ho avuto un cancro”. Non c’è ovviamente autocommiserazione in questo tipo di comunicazione, piuttosto un messaggio: ti informo, ti dico cosa ho o ho avuto, non mi devo vergognare e ne possiamo parlare. Credo che far sentire un malato ammalato, non lo aiuti più di tanto ma ascoltarlo, se vuole parlare, e accettare le sue parole sia un grande aiuto psicologico. In più nei confronti di malattie poco conosciute e ancora sotto studio medico il parlarne aumenta per le altre donne la possibilità di compiere un’autodiagnosi, che ovviamente deve sempre essere confermata da esami e medici specialisti, o quantomeno di farsi venire un dubbio e rivolgersi a un ginecologo.

Alessia è coraggiosa perché non si fa fermare dalla sua malattia invalidante ma va avanti per la sua strada, ancor più ricca di progetti e iniziative, oltretutto volte ad aiutare gli altri,

Mentre prendevamo il caffè e mi raccontava tutte queste cose io mi domandavo come potesse essere sempre così sorridente e apparire così positiva. Gliel’ho chiesto e la sua risposta è stata tanto sconcertante quanto banale: “Vivo alla giornata”, mi ha detto.

“Quando avevo sei anni- mi ha raccontato- mi sono svegliata nel cuore della notte con il rumore degli schiaffi che mia madre, nel panico, stava dando a mio papà, in coma diabetico. Ho chiamato la Croce e, visto che non arrivava, degli amici che lo hanno subito portato all’Ospedale. Gli ho salvato la vita e le parole che mi disse il medico non le ho mai più dimenticate. Mi disse che dovevo godermi la presenza di mio papà ogni giorno, come se fosse l’ultimo. Oggi poteva giocare con me, domani poteva non esserci più. Sapevamo che papà fosse malato, ma non avevamo mai immaginato che lo fosse fino a quel punto. Ma lì ho imparato a combattere, a considerare ogni giorno prezioso. Ho imparato ad agire e a non perdere tempo. Tuttora qualcuno mi critica per questo mio modo di essere, ma a me…ha salvato la vita”.

Che dire? Sono parole forti, che arrivano dritte allo stomaco e fanno capire quanta forza e quanta determinazione si nascondano dietro alla sua montagna di ricci ribelli. Alessia è stata coraggiosa anche a sei anni. Eppure se le dici che è una roccia lei ti risponde che ha solo imparato a lottare a non tenere tutto dentro. Solo?

Ansiosa di  imparare a comunicare con il suo cane, Alessia, comincia a frequentare corsi di addestramento e ad approfondire l’argomento che poi l’appassiona così tanto da diventare a sua volta educatrice cinofila e ad approntare una squadra di protezione civile. Il tipo di approccio che le piace è quello di addestratori che per comprendere davvero il carattere ed il comportamento di un cane, così come delle persone, sia assolutamente necessario entrare in contatto, “toccare con mano” le sue emozioni, l’essenza del suo “Io” rispettando la sua natura. Questa è la filosofia di THE DOG PARTNERSHIP, un metodo, anzi uno stile di vita che vanta ormai molti anni di lavoro con cani, anche aggressivi. Niente codici, né protocolli, ma pura e reale empatia e collaborazione tra cane ed uomo e tra umani. 

Nove anni fa, circa, si trasferiscono alla Castagna, lei e il marito, soddisfando così il suo bisogno di stare all’aria aperta e l’avventura comincia.

All’inizio partono con la pensione per cani che poi diventa anche centro di addestramento e ora azienda agricola. Hanno iniziato con le rose, poi i frutti di bosco: more, mirtilli, lamponi e ora uova rigorosamente da galline allevate a terra. Tutto in vendita diretta. L’azienda e i progetti sono in continua espansione e vi assicuro che l’impegno è tanto!!

Il suo primo impegno è la protezione civile: fonda il gruppo Il Branco-nucleo cinofili da soccorso  e riesce nel 2010 ad ottenere uno spazio alla Vetta di Pegli per potersi allenare con i cani. Con il gruppo svolgono diverse esercitazioni su superficie di ricerca di persone disperse, in boschi e spazi aperti. I cani vengono allenati alla ricerca e sono proprio quelli che si attivano quando qualcuno si perde. Alessia ha iniziato anni fa a lavorare con fiducia con la sua Earwen e all’epoca, ora ne 13, le dicevano di lasciar perdere perché il lupo cecoslovacco ha un carattere molto forte ed è un cane difficile, inaddestrabile, sicuramente non indicato per questo tipo di attività, ma lei, con pazienza, ha tirato fuori il meglio di entrambe e ora vanno insieme anche nelle scuole ad insegnare ai bambini quale sia il giusto approccio con un cane. Più volte anche i quotidiani hanno dato spazio al ‘cane’ che insegna ai bambini, perché la pacatezza e la tranquillità di Earwen sono davvero eccezionali.

Da poco è arrivato anche Grappa, cucciolo di pastore tedesco, giovane e vivace, con tanta voglia di imparare e di aiutare! E i progetti continuano: la prossima azione sarà allestire un campo macerie per potersi allenare su questo e poter intervenire nella ricerca di persone anche in caso di crolli e disastri come terremoti e alluvioni.

Mi preme dire che l’allestimento dei campi, l’affitto dei terreni e l’acquisto di strumentazioni e divise, l’addestramento dei cani, i patentini degli stessi per le abilitazioni, la manutenzione  e l’assicurazione del mezzo allestito per trasposto cani e donato dalla Croce Bianca per lo scopo, sono completamente a carico dei volontari che si sostengono con il 5 per mille e con le donazioni di coloro che intendono aiutarli. Pertanto chi fosse interessato ad aiutare Alessia e i suoi compagni nell’allestimento del campo macerie non esiti a contattarla per chiederle, per esempio, di che materiali potrebbe avere bisogno. Potrebbe anche essere un aiuto reciproco, magari a loro servono cose che a voi non occorrono più!

Infine Alessia mi ha raccontato con entusiasmo dell’inizio della collaborazione con il movimento ANPAS, iniziato nell’ottobre  2016: il Branco è il primo gruppo cinofilo di Anpas Liguria.  All’inizio dell’anno per esempio si sono uniti agli amici cinofili Anpas Rosignano e con loro si sono allenati uniti come un’unica squadra . I cani liguri hanno approcciato le macerie ed hanno reso i loro proprietari molti orgogliosi per l’inaspettata agilità di movimentazione sulle macerie.

Anche in questo caso preciso che si tratta di normalissime persone con cani talvolta non esattamente indicati per questo tipo di lavoro, come il Beagle, ma questo sta a dimostrare che l’approccio e il metodo utilizzato da Alessia sono davvero speciali e che il feeling che riesce a creare tra il proprietario e il suo cane è eccezionale.

Alessia e altri volontari partecipano a diversi eventi sia su terreno ligure che fuori regione per spiegare come si svolge la ricerca di persone disperse, svolgere percorsi dimostrativi e formativi e piccole esibizioni, spiegare quali razze di cani sono più adatte e che tipo di addestramento debbano fare; a volte sono ospiti  altre organizzano direttamente loro sul territorio per farsi conoscere e avvicinare le persone a questa realtà. Sono infatti alcuni anni che si svolge il Peglinbau, manifestazione genovese, dove è possibile vedere salvataggi in diretta e vivere pienamente in diretta, da vicino a 360 gradi, il mondo cinofilo da salvataggio. E’ una bella ed istruttiva esperienza e quest’anno vi aspetta il 7 e 8 aprile sul lungomare di Pegli, ovviamente con tante iniziative. Ve la consiglio caldamente!

Questa è la locandina dell’anno scorso.

Ecco quello che io intendo con persone speciali. Tutti possiamo essere speciali quando da persone normali facciamo dei nostri problemi e delle nostre difficoltà dei punti di forza trasformandoli in opportunità. E, cosa non da poco, rendendoci utili per gli altri.

Vi indico di seguito il c.f del Branco se volete contribuire con il vostro 5 per mille e vi metto il link per le pagine Facebook della Castagna e del Branco, per curiosare tra i vari post e per mettervi in contatto con lei per richiesta di informazioni e adesioni alle sue attività: potreste scoprire lo spirito del volontario che è in voi!

PAGINA FACEBOOK DEL BRANCO GRUPPO CINOFILO

PAGINA FACEBOOK DELL’AZIENDA AGRICOLA LA CASTAGNA

 

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