IL SANTUARIO DI SAN CHIAFFREDO E I FIORI DELL’ALTA VALLE PO, bellezze naturali e costruzioni dell’uomo

Ecco come promesso il seguito dell’articolo su Serre di Oncino e la nostra piccola vacanza in montagna.

Questo articolo alla fine contiene una sorpresa, perciò vi chiedo di leggere fino in fondo. E’ lungo ma ci sono tante foto, anzi sono la parte centrale dell’articolo e del piccolo gioco social che vi propongo.

Le bellezze naturali e anche quelle costruite dall’uomo sono parecchie in questa valle e noi abbiamo provato a scoprirle.

Abbiamo così deciso di andare a visitare il Santuario di San Chiaffredo a Crissolo, posizionato ai piedi del Monviso in una magnifica posizione panoramica a 1417 metri sul livello del mare.
La sua origine pare che risalga all’anno 522, anno nel quale fu costruito un primo pilone in seguito al ritrovamento da parte di un contadino della tomba di San Chiaffredo, le prime notizie documentate della chiesa di San Chiaffredo risalgono invece al 1387.
Purtroppo l’attuale facciata risale al 1902 ed è un brutto rifacimento moderno. L’interno invece è di fattura medioevale e  contiene le reliquie del Santo e una grande quantità di ex voto, che dimostrano quanto il santo sia popolare in questa valle.

IL SANTUARIO DI SAN CHIAFFREDO E I FIORI DELL'ALTA VALLE PO, bellezze naturali e costruzioni dell'uomo
Santuario di San Chiaffredo, facciata

Si possono Infatti vedere all’interno della Chiesa tantissimi ex voto in differenti materie e tecniche offerte dai pellegrini.

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Ex voto, dipinto
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Ex voto, campanaccio

È Molto suggestivo fermarsi a guardare la raffigurazione di miracoli attribuiti all’intervento di San Chiaffredo. Alcuni risalgono addirittura ai primi del 900.

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Ex voto, interno del Santuario
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Navata con ex voto

 

Per gli appassionati d’arte si possono trovare anche un affresco del tardo Quattrocento della Madonna con il Bambino Gesù San Chiaffredo e San Costanzo sull’altare Maggiore, mentre nella navata laterale una tela del 1600 raffigurante la Madonna con il bambino Gesù. La festa di San Chiaffredo è il 7 settembre, santo patrono dal 1642 assieme a San Costanzo nella diocesi di Saluzzo.

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Altare Maggiore: Madonna con Bambino , San Chiaffredo e San Costanzo.

All’esterno della chiesa c’è un ceppo di legno con migliaia di chiodi piantati e un martello. Appeso lì accanto un foglio che invita a piantare un altro chiodo in segno di visita al santuario e a fare una piccola offerta per sostenerlo.

Ovviamente non abbiamo esitato e abbiamo piantato il nostro chiodo.

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Chiodo e martello

Lo pianterò come un chiodo in un luogo solido:

egli diverrà come un trono di gloria per la casa di suo padre.

Isaia 22,33

Dopo aver visitato un luogo spirituale ma anche rappresentativo della cultura del luogo decidiamo di dedicarci alla natura.

Abbiamo fatto alcune passeggiate nel bosco dietro Oncino e al Pian del Re per raggiungere la sorgente del Po e più in alto il suggestivo lago Fiorenza,a soli 15 minuti dal Rifugio e mi sono soffermata parecchio a fotografare bellissimi fiori.

Ho mostrato le foto a mia mamma, appassionata di fiori, ma mi ha confessato di non conoscere diverse delle specie che ho fotografato, perciò ho deciso di dedicare un’intera sezione a tutti  i fiori che ho fotografato e che spero di aver correttamente individuato con un app. Ho svolto poi piccole ricerche per dare poche essenziali informazioni su ogni fiore.

Ma prima alcune foto della  passeggiata al bacino, sentiero dietro ad Oncino:

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ruscello montano

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Il bacino

Poi su al Pian del Re:

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E al lago Fiorenza:

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Ma ecco la meravigliosa galleria di fiori più o meno noti:

Primo fra tutti il Giglio di San Giuseppe, detto anche turco (Hemerocallis Fulva), benché non proprio originario di queste zone è molto frequente sia nei prati che nei giardini ed è molto bello da vedere per il suo spiccato color arancio e la sua altezza.

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Giglio di San Giuseppe

Segue in ordine di apparizione nelle mie passeggiate un altro giglio stupendo, mi sono arrampicata su una china per fotografarlo bene.

Il Giglio Martagone (Lilium martagon), può arrivare a un metro di altezza, per quello li ho individuati bene, con fiori di colore rosso intenso, porpora o rosa pallido. Sono raggruppati a tre o quattro per fusto. Io lo trovo bellissimo ed elegante.

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giglio martagone

Nella stessa passeggiata, quindi a 1.200 metri di altezza e in un sottobosco ho visto prima l’Astranzia maggiore, (Astrantia major) un fiore comune,a  dire il vero, ma molto bello, delicato, e poi  il Fiordaliso montano (Cyanus montano),che invece è considerata specie rara. Il suo nome deriva dal greco ”kyanos” (= sostanza di colore blu scuro simile ai lapislazzuli) e si riferisce al colore prevalente dei fiori di questo genere.

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Astranzia maggiore
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Fiordaliso montano

Segue foto del Veratro bianco (Veratrum album) che ho scoperto essere tossico, sia per gli uomini che per gli animali. Può essere alto fino a un metro e mezzo, con foglie verde scuro e fiori a 6 petali, raggruppati.

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Veratro bianco

E poi eccovi un’orchidea selvatica: l’Orchidea di fuchs (Dactylorhiza maculata subsp. fuchsii), questa pianta si trova soprattutto nelle Alpi, è frequente ma molto bella.

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Orchidea di Fuchs

Per fotografare questa Brunella (Prunella volgaris) mi sono completamente sdraiata per terra perché è davvero piccola ( 5 cm), ma ormai volevo immortalare ogni fiore diverso. Ciò mi è costata la puntura di qualche formica rossa molto cattiva che mi ha lasciato il braccio in fiamme per tutto il pomeriggio! E’ talmente comune che potevo anche evitare, ma ormai…

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Brunella

Con questa bella margheritina (bellis perennis) , in compagnia di insetti, concludo la prima gallery.

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margherita

Il giorno dopo, mercoledì, dopo aver visitato il Santuario ci eravamo diretti al Pian della Regina, a 1.800 metri, punto di partenza per il pian del Re, ma la nebbia la faceva da padrona. Così abbiamo girato un po’ per i prati e abbiamo visto le marmotte e una volpe, con bottino di caccia. Per quelle mi è stato impossibile immortalare: i fiori stanno fermi e sono vicini, gli animali, ahimè, no!

Ho fatto qualche foto e abbiamo rimandato la gita alla Sorgente del Po per una giornata più soleggiata, confidando nella fortuna.

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Pian della Regina
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Garofanino

Questo, pur essendo un fiore semplice, il Garofano  (Dianthus alpinus, in foto), è sempre stato tra i miei preferiti. Amo i garofani in tutte le loro varietà e questi avevano un bel colore acceso. Sono incerta sulla varietà, ma potrei ritenere che fosse la qualità alpina.

Poi esemplari di Borraggine selvatica  e Trifoglio violetto, probabilmente ottimo foraggio per le vacche, ma anche belli a vedersi. Mi pice tanto avvicinarmi ai fiori più piccoli per osservarli nei loro più minuscoli particolari. A volte alcune cose bellissime ci sfuggono per superficialità.

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borraggine selvatica
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trifoglio

Infine questi due fiori dal colore delicato: sembrano cuscini di piume.

L’Ambretta (Knautia arvensis ) e la Piantaggine pelosa (plantago media), anche questi abbastanza comuni nei prati montani.

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ambretta
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piantaggine pelosa

Saranno anche comuni ma sono davvero particolari. Non vanno oltre i 2.000 metri, comunque, quindi al Pian del Re non li troverò.

Quel giorno dopo essere tornata ad Oncino avevo fotografato tutte le rose del paese, che  ho inserito  nell’articolo precedente ma non vi avevo mostrato questo:

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Iperico

E’ una pianta molto resistente, l‘Iperico calicino (hypericum calycinum) di facile coltivazione e propagazione. Il colore giallo intenso è davvero vivace e i suoi stami sono davvero evidenti e divertenti.

Giovedì, giornata piovosa non ci ha permesso grandi passeggiate ma il mio occhio attento ha colto queste tre belle perle.

Sono nell’ordine : Viola del pensiero (Viola tricolor), e pensare che io le ho sempre viste solo in vaso, Borracina bianca ( Sedum album L.),una piccola pianta grassa, e il Semprevivo maggiore, o barba di Giove (Sempervivum tectorum). Quest’ultimo a me piace tantissimo!! si trova fino a 2.800 metri.

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Viola del pensiero
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Borraccina bianca
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Semprevivo maggiore

Gli ultimi due sono fiori particolarmente adatti alle zone alpine e rocciose ed erano perfettamente adattati accanto a muretti a secco e pietre.

Finalmente venerdì è uscito un bel sole e così decidiamo per la gita al Pian del Re che avevamo dovuto rimandare.

Anche in questa occasione ho camminato con lo sguardo un po’ sui monti un po’ nei prati per trovare esemplari che non avessi ancora fotografato e sono stata premiata!

Un altro esemplare di Garofano (Dianthus pavonius Tausch), endemico delle Alpi occidentale presente solo in Liguria e Piemonte, osservato nella torbiera accanto alla Sorgente del Po.

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Garofano pavonio

Poi una Pedicolare, di cui non sono riuscita a capire la varietà perché ne esistono davvero molte.

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Pedicolare

Dopo la passeggiata di circa 15 minuti siamo arrivati al lago Fiorenza ed ecco che ho incontrato la Regina: la Genziana! (Gentiana Acaulis). Splendida col suo calice blu viola e fiera in mezzo al verde.

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Genzianella

Non da meno però questo sgargiante Rododendro Rosso,  (Rhododendron ferrugineum) che condivide il l’appellativo  rosa delle Alpi con il Rododendro peloso, molto simile, ma più diffuso in Lombardia e Dolomiti. È un arbusto sempreverde che raggiunge un’altezza massima di 1,5 m con rami fragili eretti o ascendenti.

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Rododendro rosso

Nonostante la Viola qui sotto possa sembrare uguale a quella di prima, del pensiero, devo affermare che non è così: questa che vedete sotto è un  Viola con sperone o di monte, nome scientifico Viola Calcarata. È una specie alpina, che cresce generalmente tra i 1500 e i 2800 m, su prati e pascoli.

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Viola con sperone

Vi metto accanto le due foto di un fiore che si presenta con due abiti completamente diversi.Quando la app mi ha mostrato lo stesso nome non ci potevo credere, poi a guardare meglio ho dovuto convenire che la forma è la stessa, ma il colore mi aveva trattato in inganno. Probabilmente quella chiara è a uno stadio precedente.

Eccovi la Nigritella Nera (Gymnadenia Nigra), della famiglia delle orchidee. Curiosando nel web potrei essere stata fortunata a vederla perché pare che non sia presente in Italia, mah… io sono sicura.. ho le prove!

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Nigritella nera

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Concludo la gallery con questa foto che è stata davvero l’ultima che ho scattato e anche perché mi piace molto. Sono davvero soddisfatta delle mie foto perché sono fatte con uno semplice smartphone Honor , però mi sembra di essere riuscita a cogliere bellezza e diversità di ogni specie ripresa. Mi è piaciuto molto andare alla scoperta dei nomi e delle caratteristiche di ognuno e scoprire che alcuni che sembrano uguali sono diversi e viceversa. Mi spinge sempre la curiosità, la voglia di imparare, anche quando sono argomenti così lontani dal mio quotidiano. Io sono notoriamente una con il pollice nero (le piante con me muoiono) ma a quanto pare la cosa funziona se le lascio nel loro ambiente  e godo delle loro immagini. In questo caso ho avuto l’indice verde…

Eccovi alla fine l’Anemone narcissino (Anemone narcissiflora), una piccola pianta, dai delicati fiori bianchi simili ai narcisi, appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae.

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Anemone narcissino e sullo sfondo Lago Fiorenza

Spero che questo articolo via sia piaciuto e abbiate il colto il messaggio di guardarvi in giro ogni volta che potete.

I fiori sono dovunque, anche in città spesso nei nostri giardini pubblici. Vi lancio una sfida. Fotografate i fiori che incontrate sul vostro cammino, li cercate con l’app PlantNet, trovate il loro nome e li pubblicate taggandomi sui social.

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