CANOVA- ETERNA BELLEZZA

Maddalena penitente
Maddalena penitente

Io sono smemorata. Ecco perché scrivo.

Anche se devo ammettere che dimenticare questo periodo, a causa del Coronavirus, sarà alquanto improbabile!

Sono stata a Roma l’ultimo weekend prima che dichiarassero tutta l’Italia ‘zona rossa’.

Comunque io scrivo per non dimenticare, per fissare nella mia memoria; se poi quello che scrivo piace anche a voi, vi incuriosisce, vi interessa, ecco, questo mi fa molto felice.

Mi piace andare in cerca di cose che mi trasmettano emozione. Io mi emoziono molto facilmente. Un’opera d’arte , un monumento , un quadro , una poesia, un’opera teatrale possono sono darmi i brividi.  Poi però devo di nuovo tornare a caccia di emozioni ed è qui che entra in gioco la scrittura, la cristallizzazione dei ricordi e delle emozioni che ho provato.

Erano già due mesi che avevo programmato la mia gita a Roma per poter vedere la mostra di Canova – eterna bellezza e così sono partita: freccia bianca, albergo, ticket museo tutto prenotato. Da sola.

Non sono un appassionata  d’arte, ma  le poche volte che mi sono emozionata è stato di fronte a delle sculture. Avte mai visto Il Cristo velato? Io credo che sia la cosa più bella che abbia mai visto. Per questo ho deciso che dovevo assolutamente vedere questa mostra.

Mentre viaggiavo verso Roma, venerdì pomeriggio, ho letto la storia di Canova, scultore e pittore italiano del 1800. Massimo esponente del neoclassicismo e apprezzato in tutta Europa già alla sua epoca. Roma ebbe un’importante ruolo nella sua formazione e per questo la Capitale gli ha dedicato un’importante mostra con 170 opere da tutto il mondo, per ripercorrere la sua storia e il suo successo.

Venne già allora paragonato a Fidia, scultore e architetto ateniese del 470 a.C. Quanto sappiamo di questo scultore ci arriva dalla letteratura greca poiché molte sue opere sono andate perdute, ma fu molto attivo ad Atene e sovrintendente della costruzione del Partenone e di altri templi e santuari.

La mostra si è tenuta a Palazzo Braschi, uno degli esempi più belli di architettura civile  a Roma del primo ottocento, situato a un lato della bellissima Piazza Navona.

 

 

Questa è la carrozza di gala esposta alla base dello scalone monumentale che conduce ai piani nobili. Lo scalone è finemente decorato con stucchi con i simboli araldici dei proprietari e riquadri con storie dell’epica omerica.

intero palazzo Braschi
scalone palazzo braschi
Piazza Navona da Palazzo Braschi
Piazza Navona da Palazzo Braschi

Nonostante non fosse ancora vigente la chiusura dei musei, che entrò in vigore il giorno dopo, stavo molto attenta a non stare tra la folla. Mi sono presentata all’apertura e quindi non c’erano molte persone. La mia visita perciò si è svolta con le sale semivuote dandomi il tempo di guardare le opere con calma e leggere le didascalie. Sono riuscita a fare alcune foto che vi ripropongo ma non rendono giustizia, ovviamente. La bellezza di questa mostra consisteva appunto nell’esposizione delle opere, studiata per essere il più possibile simile  a come Canova le mostrava a lume di torcia, di notte nell’atelier di Via delle Colonnette.

Maddalena penitente
Maddalena penitente

Questa meravigliosa scultura di Maddalena penitente è conservata a Genova, in Palazzo Bianco! Pensare che sono andata fino a Roma per vederla! La prima versione è custodita all’Ermitage di SanPietroburgo, ed è differente per la posizione della testa e delle braccia.

Fu la prima opera di Canova a giungere a Parigi al Salon del 1808.

Il rapporto con la Francia fu tormentato perché nonostante fosse l’artista ufficiale del regime napoleoniche fu amareggiato per l’emorragia di opere italiane verso la Francia, a causa delle spoliazioni napoleoniche.

Paolina Bonaparte- Canova
Paolina Bonaparte- Canova

Fu infatti lo stesso Canova l’incaricato di riportare in patria le opere rubate e per questo insignito del titolo di Marchese d’Ischia.

Questi invece è un bozzetto preparatorio in bronzo del gruppo scultoreo di marmo Ercole e Lica,  di oltre tre metri , conservato alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna.

Ercole e Lica- Bronzo-Canova
Ercole e Lica- Bronzo-Canova

Essendo molte le opere esposte mi sono concentrata su qualche particolare. Ho fotografato, per esempio, il busto di Papa Pio VII, e il particolare sulla sua mantella.

 

particolare busto Papa Pio VII
Particolare sul busto di Papa Pio VII
Busto Papa VII
Busto Papa VII

Questo è il calco in gesso, ante 1811,  del  bellissimo Fauno dormiente.

L’originale , statua ellenica del 220 a.c, è conservato a Monaco.

«Voglio essere io il fondatore di una collezione di antiche opere di scultura». Con questa dichiarazione del futuro re Ludovico II di Baviera ebbe inizio la storia della Gliptoteca di Monaco, uno dei più famosi musei di arte classica tedeschi.  E difatti impiegò dieci anni a entrare in possesso di questa scultura, ma vi riuscì solo quando i Barberini, che l’avevano acquisito nel 1620 con una bolla papale, caddero in disgrazia e dovettero cederlo. Nonostante l’impegno di Canova per tenere il Fauno a Roma , lo stesso fu esportato e giunse a Monaco il giorno dell’epifania del 1820, dopo diverse peripezie.

C’era, poi, una sezione bellissima dedicata alle foto di Mimmo Jodice, praticamente una mostra nella mostra: 30 foto che ritraggono i marmi in tutta la loro struggente bellezza . È proprio vero che un bravo fotografo sa come rendere giustizia ai suoi soggetti e Mimmo è un maestro. Eccovi alcuni esempi.

Venere Antonio Canova foto di Mimmo Jodice
Le tre grazie Antonio Canova foto di Mimmo Jodice

La mostra si conclude con la statua della danzatrice con le mani sui fianchi che gira su stessa in una sala ricoperta di specchi  e con musica di sottofondo, sarei stata ore ad osservarla. La statua proviene dal Museo di San Pietroburgo ed è uno dei suoi pezzi più straordinari. Si ripete il mito di Pigmalione, innamorato della sua statua, Galatea, che si anima: da marmo diventa carne.

Secondo il mito Greco, Pigmalione, re di Cipro era uno scultore che non aveva voglia di pensare all’amore, tuttavia, questo suo atteggiamento dispregiativo, indifferente e sfrontato nei confronti dell’amore provocò la reazione della Dea Afrodite che punì Pigmalione facendolo innamorare di una statua da lui stesso creata.

Fu così che Pigmalione si innamorò della sua statua, ma era un impossibile amore a senso unico, che gli faceva vivere una condizione drammatica  e malinconica. Il re supplicò allora la Dea dell’Amore Afrodite che ebbe pietà di lui  e trasformò la statua in una donna vera. (da skuola.net).

danzatrice con le mani sui fianchi
Danzatrice con le mani sui fianchi Antonio Canova
Danzatrice con le mani sui fianchi Antonio Canova

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Concludo con la riproduzione in scala reale del gruppo scultoreo di Amore e Psiche giacente.

L’installazione è ideata da Magister ( format espositivo di cose belle d’Italia Media Entertainment) con l’aiuto di Robotor, un braccio robotico che ha impiegato 270 ore per scolpirlo su un blocco di marmo di 10 tonnellate. Canova impiegò 5 anni della sua vita per completarlo!!

Ovviamente lo scopo non è quello di dimostrare che si può fare in meno tempo, ma anzi quello di portare al grande pubblico opere che sono inamovibili dal loro sito attuale.

Amore e Psiche

Per comprendere meglio il significato della scultura vi allego il link della leggenda d’amore fra Amore e Psiche, la favola d’amore più bella di sempre. 

La scultura esprime a prima vista tutta la dolcezza e la passione di un amore e se ne percepisce la forza e l’equilibrio, pur non essendo intenditori d’arte.

L’attimo colto è quello del bacio di Cupido (Amore) che risveglia Psiche dal sonno profondo in cui è caduta, per sortilegio e per colpa della dea Venere. Lui la sorregge dolcemente , lei si avvicina a lui tenendolo per la testa. Le loro labbra si sfiorano, ma non si toccano e la carezza di Amore, nel sorreggerla, è sensuale ma non oscena. Tutto porta a una grande complicità tra amanti. Le ali aperte di Amore fanno pensare che sia appena atterrato per soccorrere Psiche, che ha ceduto sull’ultima prova di Venere, madre di Amore e gelosa dell’amante del figlio.

La perfezione  delle forme è esaltata dalla nudità e il gusto neoclassico espresso dal sottile velo che copre il ventre e il pube di Psiche per drappeggiare sulla roccia su cui è appoggiata. Altro elemento neoclassico è l’immaginaria X che possiamo vedere dalla punta delle ali alle punte dei piedi dei due amanti e l’incrocio esattamente all’altezza delle loro labbra. Il punto focale è quel bacio, che si deve ancora compiere, che riempie tutta la scultura di attesa e desiderio.

La mia visita virtuale finisce qui.

Ma non la mia gita a Roma , che ricca di sorprese, sa sempre come stupirmi.