LUNCHBOX

LUNCHBOX LOCANDINA

Guardare i film per me è grande fonte di ispirazione. Complice la biblioteca Berio, che me li fa prelevare gratuitamente, colgo così l’occasione per cercare film mai visti. Lunedì sera ho guardato questo bel film  del 2013. Una pellicola indiana, scritta e diretta dal regista Ritesh Batra, lontana dai fasti e dai balletti di bollywoodiana produzione. E’ un film delicato, quasi lento, intimista. Parla di dolori e solitudini ma in maniera lieve, mai drammatica e apre uno spiraglio di speranza ai due protagonisti, la cui vita non è sicuramente rosea.

Mi piace molto guardare questo tipo di film perché mi dà l’occasione di pensare e riflettere. In realtà questa pellicola ha scatenato due rilfessioni in me, una legata ai ricordi personali, l’altra alla mera curiosità. E ora ve le spiego.

La trama del film è semplice. Ila, giovane donna sposata trascurata dal marito, infedele si scoprirà poi, spera di ravvivare il suo matrimonio cucinando piatti saporiti e speziati. Il pranzo, che dovrebbe essere recapitato al marito sul posto di lavoro giunge invece sulla scrivania di Saajan, impiegato modello, vedovo, ormai prossimo alla pensione, che ordina abitualmente il suo pasto presso un ristorante di Mumbai.

Lo stupore di Saajan è grande quando assaggia per la prima volta il contenuto del suo lunchbox e si reca alla gastronomia per chiedere che gli recapitino sempre lo stesso tipo di cibo, in quanto ottimo. Il cuoco si gongola del successo del suo cavolfiore. Dal suo canto Ila si domanda come mai il marito non le dica nulla del pranzo preparato con tanta cura e quando gli chiede se gli sia piaciuto, lui risponde: “Buono, normale, cavolfiore, no?”. Ovviamente il contenuto non era quello e Ila si domanda a chi sia stato recapitato il suo lunchbox, restituito lucido e ripulito come se fosse stato lavato.

Così comincia, per caso e per gioco, una corrispondenza epistolare veicolata dal  contenitore del pranzo, nascosta nel chapati, tipico pane indianotra Ila e Saajan che si raccontano con queste lettere le loro meste vite e i loro dispiaceri. Si toccano diversi temi, anche profondi come il suicidio e la malattia, la solitudine e la nostalgia, ma sempre delicatamente e di sfuggita. Le loro vite gradualmente vengono modificate da questa relazione, fino a cambiare del tutto, giungendo a svolte inaspettate, che stupiscono anche i protagonisti.

Questa storia mi ha fatto ricordare una simpatica vicenda personale risalente a tanti anni fa.

Frequentavo la classe seconda del liceo e durante l’ora di educazione fisica la nostra aula veniva occupata da una classe, una quarta, vacante, ossia senza stanza fissa. Non chiedetemi la motivazione perché non me la ricordo affatto, ma ricordo che da brava curiosona grafomane quale sono ed ero, iniziai a lasciare messaggi scritti con matita sulla superficie del banco al misterioso occupante del mio posto.

Ripose e così scoprii  che era un ragazzo e iniziammo un corrispondenza settimanale, fatta di lunghe lettere che ci scambiavamo sotto il mio banco. Lui era divertente, spiritoso, interessante. Finché non ci incontrammo. L’incontro, avvenuto nei corridoi della scuola, in seguito ad un atteso appuntamento, non sortii gli esiti sperati. Non era nemmeno un brutto ragazzo, ma la magia si era dissolta. Mancava quel non so che che potesse trasformare quella bella storia epistolare in una vera frequentazione. Così finirono anche le lettere.

Nel film l’incontro non viene mostrato. Non è nemmeno così chiaro che esso accada. Credo che si possa liberamente scegliere di credere che lui faccia in tempo a raggiungerla, dopo aver già dato buca ad un precedente appuntamento. Oppure no. Si può immaginare che le loro vite abbiano definitivamente preso una svolta, pur non convergendo.

La frase chiave, ripetuta da entrambi i protagonisti in momenti diversi del film è che talvolta treni sbagliati portano alla stazione giusta, e ammetto che è un’affermazione che mi piace molto. Ossia vedere un’opportunità anche in qualcosa che è andato è storto.

E cosa è andato storto?

La trama del film si basa su un evento quasi impossibile, ossia l’errore di consegna della Lunchbox. Vi chiederete come mai io affermi questa cosa. Mi sono informata e ora vi racconto questa bella curiosità.

A Mumbai, sin dal 1885 la consegna dei pasti avviene attraverso i DABBAWALLA. I Dabbawalla sono veri e propri fattorini dei pasti che quotidianamente si recano casa per casa a ritirare le pietanze preparate dalle mogli e le trasportano con ogni tipo di mezzo, biciclette, carretti, tavole, treni per consegnarle, precisi e puntuali sulle scrivanie di chi lavora in centro. Dopo il pasto il lunchbox vuoto viene ritirato e nel pomeriggio riconsegnato presso l’abitazione. I fattorini sono persone povere, analfabete tanto che la consegna è indicata con colori e codici alfa numerici che hanno ben definiti significati noti ai Dabbawalla.

I pranzi fanno anche viaggi di 60/70 km e possono cambiare di mano anche tre o quattro volte. Il meccanismo del ritiro e della consegna è assolutamente puntuale e perfetto, organizzatissimo, tanto che persino l’Università di Harvard ne ha studiato i segreti, infatti pare che la percentuale di errore sia quasi nulla, pur in una città di milioni di abitanti e con 150.000/ 200.000 contenitori consegnati.  Soltanto un pasto ogni sei milioni di consegne giuste arriva sul tavolo sbagliato. Da qui prende spunto, quindi, la trama del film. L’unica consegna sbagliata in un meccanismo quasi perfetto.

Certo che tutto questo ha dell’incredibile!! E ora capisco anche da dove il famoso sito applicazione JustEat abbia preso spunto! Ordini, chiami e il pasto arriva a casa. Eppure bisogna ammettere che il persistere di tradizioni così antiche e anacronistiche sia  davvero curioso, soprattutto in città così evolute e innovative come può essere Mumbai, ma in questo caso la religione, la suddivisione in caste, la cultura e le rigide regole della società indiana rendono obbligatorio avvalersi di metodi antichi ma infallibili, per evitare di trasgredire a tali convenzioni.

GUARDA COSA FA UN DABBAWALLA IN QUESTO VIDEO

Al prossimo film!