ALL’ELAH

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Tutti i pomeriggi quando rientro dal lavoro porto i cani a fare un giretto e li porto ai giardinetti ( i Giardi,detti anche dell’Elah, per via della fabbrica che occupava l’area in precedenza). Di solito Marco va lì e vado a dare un’occhiata.

Tutti i giorni ci sono più o meno le stesse persone e le 17,30 è l’orario in cui tutti i ragazzini e i bambini, usciti da scuola, si godono l’oretta d’aria. Ma non solo loro.

Così ho osservato una cosa. La distribuzione negli spazi è più o meno sempre la stessa, c’è una specie di codice muto, sottinteso per cui ci si piazza a seconda delle fasce di età e si migra nelle aree di appartenenza solo una volta giunti all’età giusta.

Nell’angolino estremo a destra, nascosti da un muretto e con due panchine a disposizione ci sono i QPG, quelli più grandi. Arrivano con la moto o con l’auto che a volte lasciano con la musica accesa e di solito sono avvolti da una nube di fumo. Bevono birra e chiacchierano tranquilli. Curano una rosa rossa, piantata nell’aiuola vicino, per ricordare un loro amico scomparso.

Nella parte di corridoio superiore, sotto la balza degli ulivi, all’estrema sinistra stanno i NCNP, né carne né pesce. Ragazzotti in piena adolescenza, di solito alle superiori, dediti anche loro alla birretta ma spesso anche all’estathé. Intorno alla loro panchina abbondano i rifiuti di carta di patatine e cartoni delle pizze. La musica arriva dagli smartphone, spesso è trap.

Se li sorpasso arrivo alle scalette che tornano verso la piazza più grande. Lì sacrificati in un angolo, che poi è un trapezio, incastrati tra una scala e l’altra stanno i NAA, non ancora adolescenti. Bimbetti che aspirano a giocare nella piazza grande, ma non andando ancora alle medie non hanno raggiunto il diritto di partecipare al campionato. Riescono a vedere un campo e una porta in quattro metri quadrati e difendono il loro spazio con le unghie e con i denti.

La piazza principale, occupata centralmente da una grande fontana vuota, costruita apposta per non fare giocare i ragazzini a pallone (ah ah ah) è di uso esclusivo del TM, trienno medie; agognata sin dalle elementari permette gran partitoni, crossando la fontana e cercando il gol tra la scala nord o la scala sud, a seconda della squadra.

A volte questa foga suscita le ire dei VDZ, vecchietti della zona, che pare non trovino altro posto in cui sedersi che non siano le panchine fuori dalla piazza, rischiando pallonate in testa. Ma forse lo fanno apposta: non trovano più cantieri da osservare.

Lo stesso può capitare con le mamme e i papà dei IPP, i più piccoli che occupano gli scivoli della piazzetta sotto la scala Sud. Talvolta una parata mal riuscita lascia passare una palla assassina verso i giochi sottostanti, c’è sempre solo da sperare che la palla perda forza non centrando alcun bambino. Ovvio che le mamme e i papà gridano improperi verso i TM, che si prodigano in ‘scusi, scusi, scusi’ per poi ricominciare a calciare come se non ci fosse un domani!

IPP devono dividere i loro giochi con quelli della ZTM, zona tacchinamento medie. Due panchine e un gioco  a casetta delimitano la zona di quei maschietti che disertano la partitona quotidiana per dedicarsi al tacchinamento.  Dopo aver fatto tutto il giro di solito è lì che becco Marco. Nonostante ciò, quando mi vede se mi vede, mi corre ancora incontro per salutarmi e questo mi fa sorridere.

Il mio giro è completo, ritorno lungo la piazza e passo davanti all’ultimo settore, IVE, la quarta elementare con mamme, che si sono accaparrati il muretto e le panchine intorno all’aiuola più grande; sono ancora troppo piccoli per non stare sotto controllo diretto.

Quando verrà caldo, veramente caldo, i Giardi si svuoteranno e i ragazzini andranno al mare o in piscina per tornare ad animarsi solo dopo il tramonto, con il fresco. Ma piano piano si attuerà la migrazione e con il passare dei mesi gli occupanti di determinate zone  si sposteranno in quella successiva.

Poi verrà il momento che anche per loro gli Elah saranno solo un ricordo d’infanzia, una tappa obbligata che li avrà accompagnati nella loro crescita, una specie di rito del rispetto delle gerarchie.

Noi li vediamo solo giocare, o passare il tempo libero, in realtà anche lì imparano e crescono.

Tutti i bambini e i ragazzi del mondo avrebbero diritto a un loro spazio e al loro tempo per crescere.

E voi ricordate il vostro luogo dell’infanzia e adolescenza?